L'inquilino - (29/07/15)


CANALE:
Castel Sant’Elmo Napoli 23 Giugno 2015 Fringe Festival
L’INQUILINO
LAB121
tratto dal romanzo “L’inquilino del terzo piano” di Roland Topor
adattamento e regia di Claudio Autelli
con Alice Conti, Michele Di Giacomo, Vincenzo Giordano e Marcello Mocchi
scene di Maria Paola Di Francesco
luci Giuliano Bottacin
suono Fabio Cinicola
assistente alla regia Lorenzo Ponte
organizzazione Monica Giacchetto e Camilla Galloni
comunicazione e promozione Cristina Pileggi
produzione LAB121 in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival
Il romanzo nasce nel seno del movimento “Panico” fondato da R. Topor, A. Jodorwskj e F. Arrabal. Il movimento indagava le energie più scure e destabilizzanti della realtà per liberare la fantasia dalle ipocrisie della quotidianità. Il suo protagonista, Trelkovsky, si sente stretto tra le maglie di misteriose macchinazioni ai suoi danni da parte della comunità dei vicini. Il condominio che fa da sfondo alla storia di Trelkovsky è metafora che abbraccia l’intera società. Il velo della vergogna filtra la realtà. Gli incontri con gli inquilini sono una battaglia interiore con le proprie paure, il modo che ha la nostra mente di stanare le nostre menzogne.
Castel Sant’Elmo Napoli 23 Giugno 2015 Fringe Festival
L’INQUILINO
LAB121
tratto dal romanzo “L’inquilino del terzo piano” di Roland Topor
adattamento e regia di Claudio Autelli
con Alice Conti, Michele Di Giacomo, Vincenzo Giordano e Marcello Mocchi
scene di Maria Paola Di Francesco
luci Giuliano Bottacin
suono Fabio Cinicola
assistente alla regia Lorenzo Ponte
organizzazione Monica Giacchetto e Camilla Galloni
comunicazione e promozione Cristina Pileggi
produzione LAB121 in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival
Il romanzo nasce nel seno del movimento “Panico” fondato da R. Topor, A. Jodorwskj e F. Arrabal. Il movimento indagava le energie più scure e destabilizzanti della realtà per liberare la fantasia dalle ipocrisie della quotidianità. Il suo protagonista, Trelkovsky, si sente stretto tra le maglie di misteriose macchinazioni ai suoi danni da parte della comunità dei vicini. Il condominio che fa da sfondo alla storia di Trelkovsky è metafora che abbraccia l’intera società. Il velo della vergogna filtra la realtà. Gli incontri con gli inquilini sono una battaglia interiore con le proprie paure, il modo che ha la nostra mente di stanare le nostre menzogne.
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