Eureka, processo al soldato che uccise il genio - (01/07/15)


CANALE:
Romexpo – Roma Fringe Festival 19 Giugno 2015
EUREKA. PROCESSO AL SOLDATO CHE UCCISE IL GENIO
regia di Maria Grazia Maltese
con Nicolò Prestigiacomo
Marco Feo
Arianna D’Arpa
Luci e assistente alla drammaturgia: Faro Maltese
Musiche: Alessio Fabra
Costumi: Margherita Maltese
Aiuto costumista: Claudia Ruffino
Associazine A Strùmmula
212 a.C. Archimede muore nella sua città per mano di un soldato romano, dopo un assedio protrattosi a lungo, grazie alla difesa messa in atto dal celebre inventore e dalle sue armi micidiali.
È su questo fatto storico che si sviluppa uno spettacolo dove Archimede, simbolo e archetipo di quella costante storica che è l’uso del genio a scopi bellici, viene messo a confronto con il soldato suo assassino, che rivendica la paradossale umanità di una vendetta che disobbedisce all’ordine dei comandanti. Un’opera incentrata sulla parola, che narra un pezzo di storia antica della Sicilia, ma che potrebbe essere un racconto di quel novecento che ha visto menti eccellenti produrre armi devastanti, e di quella contemporaneità che è in guerra, oggi come ai tempi delle guerre puniche.
Un doppio processo in cui Archimede, simbolo di quella costante storica che è l’uso del genio a scopi bellici, viene messo a confronto con il soldato suo assassino, che rivendica la paradossale umanità della sua vendetta. Uno spettacolo che narra un pezzo di storia antica della Sicilia, per riflettere su un’umanità che non smette di essere in guerra, oggi come ai tempi delle guerre puniche
Romexpo – Roma Fringe Festival 19 Giugno 2015
EUREKA. PROCESSO AL SOLDATO CHE UCCISE IL GENIO
regia di Maria Grazia Maltese
con Nicolò Prestigiacomo
Marco Feo
Arianna D’Arpa
Luci e assistente alla drammaturgia: Faro Maltese
Musiche: Alessio Fabra
Costumi: Margherita Maltese
Aiuto costumista: Claudia Ruffino
Associazine A Strùmmula
212 a.C. Archimede muore nella sua città per mano di un soldato romano, dopo un assedio protrattosi a lungo, grazie alla difesa messa in atto dal celebre inventore e dalle sue armi micidiali.
È su questo fatto storico che si sviluppa uno spettacolo dove Archimede, simbolo e archetipo di quella costante storica che è l’uso del genio a scopi bellici, viene messo a confronto con il soldato suo assassino, che rivendica la paradossale umanità di una vendetta che disobbedisce all’ordine dei comandanti. Un’opera incentrata sulla parola, che narra un pezzo di storia antica della Sicilia, ma che potrebbe essere un racconto di quel novecento che ha visto menti eccellenti produrre armi devastanti, e di quella contemporaneità che è in guerra, oggi come ai tempi delle guerre puniche.
Un doppio processo in cui Archimede, simbolo di quella costante storica che è l’uso del genio a scopi bellici, viene messo a confronto con il soldato suo assassino, che rivendica la paradossale umanità della sua vendetta. Uno spettacolo che narra un pezzo di storia antica della Sicilia, per riflettere su un’umanità che non smette di essere in guerra, oggi come ai tempi delle guerre puniche
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